ESCLUSIVA – Raffaele Trippaldella (Pres. Club Napoli Massa Lubrense): “La tessera del tifoso a cosa serve se ci vietano tutte le trasferte?”

Il pres. Trippaldella lancia poi un quesito al nostro calcio: "Con tutti questi divieti, che utilità ha la tessera del tifoso?".

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In esclusiva ai microfoni de ilnapolionline.com, il Presidente del Club Napoli Massa Lubrense, Raffaele Trippaldella. Abbiamo avuto il piacere, quindi, di scambiare quattro chiacchiere con il Pres. Trippaldella, toccando svariati punti: dalla fondazione del club, a cosa si aspetta da questa seconda parte di stagione, passando per la prossima trasferta di Torino. Ecco quanto riportato da Il Napoli Online:

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Procediamo con ordine: quando è nato il vostro Club e quanti membri ne fanno parte?
“Nasciamo ai tempi di Maradona e siamo rimasti uniti fino al 2000 con l’appellativo di Club Napoli Massa Lubrense Eterno Amore. Poi, siccome eravamo un bel numero di persone nei distinti, abbiamo deciso di far rinascere il Club nel 2013, esattamente il 23 febbraio di 3 anni fa’. Ad oggi, siamo un centinaio di membri e raccogliamo un pochettino tutti i tifosi dell’estremo della provincia di Napoli. Insomma, tifosi provenienti dalle zone di Massa Lubrense, di Sorrento, dove ancora non c’è un club effettivo e altri paesi limitrofi. Nelle vicinanze c’è anche un altro club, quello di Meta, con i quali siamo molto amici”.

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A cos’è dovuta quest’assenza durata dal 2000 al 2013?
“Mancava una sede. Nonostante fossimo davvero un bel numero di tifosi, mancava un posto dove riunirsi, un ritrovo vero e proprio, e alla fine non si fece più nulla”.

Prima ha parlato dei Distinti: in che zona siete situati esattamente?
“Siamo nelle prime file dell’anello superiore, decentrati verso la Curva A, sulla trequarti, per intenderci”.

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Seguite il Napoli in trasferta o solamente in TV?
“Le trasferte le seguiamo prevalentemente in TV. Ci appoggiamo ad un bar del paese, il Bar Sport, dove abbiamo una saletta tutta nostra dove seguire le partite lontane dal San Paolo. Ogni tanto pianifichiamo qualche trasferta e andiamo a seguire la squadra, ma quest’anno non ci siamo ancora inoltrati stadi avversari. Purtroppo per organizzare esperienze simili occorrono soprattutto tempo e denaro, cose che in questo mondo non abbondano. D’altro canto, al San Paolo siamo sempre presenti, non perdiamo neanche una partita”.

A proposito della questione “trasferta”, cosa ne pensa della chiusura del settore ospite a Torino?
“Lo trovo un errore da parte del questore. Non credo che ci sia tutta questa pericolosità in una trasferta come quella di Torino. Magari se si fosse trattata di quella di Roma, poteva anche essere una scelta giusta e logica, visti trascorsi, alla quale noi eravamo purtroppo presenti. Poi, se il questore ha deciso di chiudere il settore ospite dello Stadium, avrà avuto le sue motivazioni. A questo punto, però, mi verrebbe da porre una domanda: la tessera del tifoso che l’abbiamo fatta a fare? A Verona non possiamo andare, a Roma non possiamo andare, a Torino non possiamo andare, allora bisogna credere che la tessera sia inutile? Noi del Club siamo tutti muniti di tessera, proprio per quando ci capita di organizzare qualche trasferta, ma con tutti questi divieti la tessera in sé rischia di diventare inutilizzabile. Poi, ripeto, per decretare questi divieti avranno sicuramente i loro motivi”.

Vi aspettavate una stagione del genere da parte degli azzurri?
“A dire il vero sì, mi aspettavo una stagione simile. Sono sempre stato fiducioso della squadra e del presidente. Molti ritengono De Laurentiis una persona attaccata al denaro, che pensa solo al proprio tornaconto personale, ma io credo che prima o poi ADL il regalone dello scudetto ce lo farà. Poi, giustamente è tenuto spesso a ragionare più da imprenditore che da tifoso. Ad esempio, quando cedemmo Cavani ero molto contrariato, perché il Matador di quel periodo andava considerato incedibile, però, è chiaro che lì fu fatto un ragionamento proprio di tipo imprenditoriale. Insomma, se la nostra squadra è una delle più solide a livello economico, un motivo ci sarà. Mi chiedo solo se, Dio non voglia, qualcuno dovesse sparare una super-offerta per Higuaín, De Laurentiis cosa farà. Mi auguro che in quel momento il presidente ragioni più da tifoso che da imprenditore”.

E’ soddisfatto del Pipita, quindi. Lo è anche della rosa attuale?
“Al momento stiamo bene come stiamo, non toccherei nulla in questa rosa. Forse, se proprio si deve prendere qualcuno, prenderei qualche difensore. Al momento, però, stiamo andando bene come stiamo andando ed è giusto che le cose rimangano invariate”.

Noto una certa positività: è ottimista anche per la sfida di sabato contro la Juve?
“Assolutamente sì, anzi credo proprio che vinceremo. Dobbiamo ottenere i tre punti per dimostrare che siamo più forti della Juve e delle altre squadre del campionato. Sarri ci sta facendo divertire e il suo gioco prova già la nostra superiorità. Voglio aprire una parentesi, però: credo che dobbiamo essere riconoscenti anche verso il precedente allenatore, Benitez. Se oggi in rosa ci sono giocatori del calibro di Callejón, Reina e quant’altri, il merito è anche suo. Lo spagnolo fu un po’ sfortunato qui a Napoli e anche a Madrid non ha avuto buona sorte. A me piaceva, e continua a piacermi nonostante gli esiti della scorsa stagione. A Napoli di solito la piazza tende a non dare molta fiducia, basti vedere che idea di Sarri circolava tra la tifoseria ad inizio stagione. Per fortuna, il nostro allenatore ha fatto ricredere tutti a suon di risultati, dimostrandosi una grande persona”.

Per chiudere: cosa si aspetterà a maggio?
“Mi aspetto, e tra l’altro mi sto preparando pure, il terzo scudetto, perché manca da troppo e ne abbiamo davvero bisogno. La sfida di sabato sarà fondamentale, ma non decisiva. Poi, è ovvio una vittoria allo Stadium ci darebbe un bel vantaggio. Poi, parliamoci chiaro: dopo il Napoli c’è la Juve, perché sono una bella squadra. Noi, comunque, restiamo i più forti”.

A cura di Alessandro Montano

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