Da Bruscolotti a Insigne, passando per Cannavaro, i napoletani al Napoli

0

Essere napoletano e giocare al Napoli è tutta un’altra storia. E’ tutto vissuto in maniera più amplificata, nel bene e nel male. Se sei un campione diventi un Dio, ma se sbagli non vieni perdonato. Al Napoli si sono susseguiti nel tempo giocatori napoletani che hanno fatto la storia del club partenopeo. Bruscolotti Giuseppe, 65 anni oggi, 21 quando cominciò a scalare la Leggenda, toccata con il record di presenze in assoluto (511) che Marek Hamsik ha cominciato a far vacillare. Antonio Juliano, 74 anni appena compiuti, ‘o capitano, lui iniziò a venti e poi si mise – nel tempo – a «duellare» con Bruscolotti, al quale ha però strappato il primato per presenze in campionato (394) su cui sta piombando il solito Marekiaro, che si avvicina con passi giganteschi”.

Factory della Comunicazione

“Ciro Ferrara va per i cinquanta, ed a venti si prese il suo primo scudetto, entrando nella Storia, tenendosela stretta, prima di ritrovarsi, ma dopo averne giocate una enormità, complessivamente trecentoventidue in azzurro, alla Juventus, perché il bilancio – nel ‘94 – cominciava a scricchiolare e poi stava esplodendo Cannavaro, Fabio, che provvedeva già a garantire solidità e che poi, un anno dopo, avrebbe dovuto consentire di far cassa, andando al Parma, dove avrebbe portato con sé Paolo, cresciuto alla sua ombra, poi tornato alla casa-madre, nel 2006, per conquistare la promozione in serie A per vivere una serie di sogni, coppa Italia al cielo compresa, dopo un’eternità vissuto al buio”.

“Napoli è mille colori però l’azzurro resta dominante e lo raccontano gli almanacchi, il curriculum vitae di chi qualcosa ha lasciato ed altro ha consegnato in eredità, per esempio (soprattutto) Fabio Cannavaro, che in realtà ha avuto pochissime chanches – 68 presenze complessive – ma che dovette essere sacrificato per intervenire in maniera massiccia sul bilancio, per trovar energia in quel periodo che avrebbe poi introdotto al fallimento: gli scudetti, il Mondiale, il Pallone d’Oro, soprattutto un marchio di fabbrica impresso ad un ruolo di primo piano che gli è appartenuto ed è divenuto un poster internazionale per l’espansione del Made in Naples”.

Fonte Corriere dello Sport

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.