Aldo Serena promuove Milik, ma: “Il trio dei piccoletti e Mertens non si toccano!”

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Aldo Serena, da bomber a bomber. Da lui a Milik ed anche a Mertens. Serena ha segnato gol a grappoli da centravanti di sfondamento con le maglie di Inter, Juventus, Torino e Milan, oggi è un apprezzato opinionista televisivo e parla dell’ attacco sui generis, ma straordinario del Napoli di sarri ai microfoni de Il Mattino: 

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Serena promuove Milik.«Mi piace, è un ottimo attaccante, tuttavia può puntare a essere titolare l’anno prossimo, in questo finale di campionato Mertens non si tocca».

Milik è tornato al gol a Reggio Emilia, quanto è stato importante perlui ritrovare la rete dopo il grave infortunio? «Moltissimo. Dopo stop molto lunghi i dubbi ti assalgono, nel suo caso l’esplosione di Mertens ha reso indolore la sua assenza ed anzi lo avrà anche fatto soffrire, calcisticamente parlando, nel senso che il Napoli non ha patito la sua mancanza nonostantel’ottimo inizio di stagione. So che ha recuperato con grande impegno, lavorando duramente, e un gol può cambiare il corso delle cose: dal punto di vista morale sicuramente, dal punto di vista delle gerarchie non credo».

Sarri punterà in questo finale di campionato ancora sui tre «piccoletti»? «Penso proprio di sì, io almeno farei in questo modo. Milik dovrà essere bravo, come ha fatto nella partita col Sassuolo, a sfruttare le occasioni che avrà a gara in corso, convincendosi che anche in frazioni di partita può essere decisivo. Questo atteggiamento mentale può aiutarlo. È difficile che Sarri cambi la composizione dell’attacco nelle ultime cinque gare».

Anche a lei è capitato disegnare dopo un lungo stop? «Per fortuna non ho avuto infortuni gravi come quello subito dal polacco, ma ne ho avuti diversi molto seri, tra fratture di ossa e rottura del menisco. Fai un po’ di fatica all’inizio, ti serve un episodio per ritrovare pienamente se stessi. Milik lo ha trovato con il gol di domenica, per Sarri è un’altra arma importante a gara in corso. Poi nel ritiro estivo tutto si azzera e il polacco potrà invertire le gerarchie e tornare titolare come a inizio stagione».

Che genere di attaccante è Milik? «È un centravanti d’area come lo ero io, dal fisico imponente. Certo lui ha i  movimenti moderni, ha un ottimo sinistro, una buona tecnica e noto che si applica molto. Ha bisogno che la squadra lo sostenga, portandogli molti palloni in area di rigore. È un giocatore completo che può migliorare ancora. Al Napoli può essere utile appoggiarsi a lui per uscire dalla propria metà campo quando è in difficoltà, anche se come gioca la compagine di Sarri quasi mai avverte questo tipo di sofferenza. È capitato a Madrid: ecco lì un Milik in forma poteva essere molto utile per far salire la squadra».

Un giocatore come Milik come può scalzare uno degli attaccanti titolari? «Con impegno e applicazione. Di certo il Napoli ha ormai imparato a giocare con i tre piccoletti e sarà difficile che imposti in modo diverso l’attacco sino a fine maggio. Del resto la squadra gioca bene in questa maniera, segna e ottiene risultati. La vedo dura per lui giocare dall’inizio nelle gare determinanti per la caccia al secondo posto. Piuttosto sarà utilissimo a gara in corso, magari passando al 4-2-3-1 come accaduto contro il Sassuolo, con Mertens alle spalle del polacco. Un modulo che potrebbe essere proposto dall’inizio della partita anche contro avversari più abbordabili».

Contro la “sua” Inter non schiererebbe, dunque, Milik dal 1’? «Sarri non ha bisogno dei miei consigli, ma io non toccherei il trio Callejon-Mertens-Insigne, specie contro una squadra che potenzialmente potrebbe mettere in difficoltà il Napoli ma che è in questo momento poco equilibrata, avendo tanti problemi e vivendo un momento di difficoltà psicologica, di approccio alla gara e tattica».

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